Le radici del RAKU si trovano in Giappone alla fine del sedicesimo secolo. Questa tecnica veniva usata per la produzione delle tazze utilizzate per la cerimonia del tè, elemento importante della dottrina ZEN.

Lo Zen non è una religione, non crede all’immortalità, al peccato e al concetto dell’anima. E’ un modo di vivere a fondo tutti i momenti e liberarsi dalle dispersioni mentali, guardando dentro se stessi e scoprendo la vera natura dell’essere. Partecipare e non fuggire. La mente si libera con le esperienze che viviamo e non con il formalismo. L’armonia si trova nelle piccole cose e la bellezza nella semplicità delle forme.

In questo contesto, assieme al teatro, la musica, la danza, le poesie haiku e altre forme di espressione artistica, nasce anche la ceramica raku e accompagna la cerimonia del tè. La cottura delle tazze avviene nello stesso giorno della cerimonia. Esse presentano una superficie irregolare piacevole al tatto, mentre gli effetti cromatici sono semplici, ma suggestivi. Le tazze, calde dal calore del tè profumato, i riti e l’ambientazione particolare, conducono all’ armonia e alla tranquillità spirituale.

La tecnica raku ha cominciato ad avere i suoi “fans” in Europa negli anni ’60, dove sono stati introdotti nuovi elementi, come i riflessi metallici, il craquelè,  ecc… e inventare nuove tecniche e tipologie.

il fantasmino del raku

IL PROCESSO RAKU CONSISTE IN QUATTRO FASI FONDAMENTALI:

*LA PRIMA COTTURAavviene intorno ai 970°C. Si impiega un’argilla refrattaria e resistente agli shock termici, dovuta al suo contenuto di chamotte (argilla cotta e macinata in diverse granulometrie)

*LA DECORAZIONEcon l’uso degli smalti (vetro coprente) e cristalline (vetro trasparente), mescolati con ossidi e sali metallici per ottenere diverse colorazioni. Essi, provengono appunto, dall’ ossidazione dei metalli (ruggine dal ferro, verde dal rame, ecc…)

*LA SECONDA COTTURAavviene intorno ai 980°C, dura circa mezz’ora e gli oggetti si estraggono incandescenti. La temperatura e il tempo di cottura può variare secondo gli smalti impiegati.

*LA RIDUZIONEè la parte più importante e spettacolare di questa tecnica. Gli oggetti incandescenti vengono estratti dal forno e depositati con l’aiuto dellepinze, in un recipiente di metallo che contiene sostanze combustibili, come segatura, giornali, foglie secche,ecc… e poi chiuso con un coperchio. Durante la combustione, gli ossidi dei metalli perdono l’ossigeno e si ottengono smalti con effetti metallici, mentre le superfici non smaltate diventano nere dal fumo. Nel Giappone del XVI secolo questa procedura non avveniva e gli oggetti incandescenti si emergevano direttamente nel acqua per raffreddarsi.

Quando la riduzione finisce, gli oggetti vengono lavati per eliminare i residui della combustione. Questo è un’altro momento affascinante ed emozionante. Il risultato supera le aspettative visive dell’artista ed è spesso sorprendente!